Giosue Carducci Juvenilia 

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Né un avel di famiglia a lui lasciâr?
Altri il crociato orgoglio
Tra un aureo vulgo estolla,
E i vili ozi gli prosperi
La mal redata zolla. 20
A me sorrida un tenue
Lare e l italo bacco empia il bicchier
Tra gli amici che liberi
Assentano fremendo al carme auster.
Non io vorrò che facili 25
Pieghin le orecchie altiere
I grandi al carezzevole
Suon de le mie preghiere:
Non io libare a l aureo
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Letteratura italiana Einaudi
Giosue Carducci - Juvenilia
Pluto da la febea tazza vorrò, 30
E non le muse indocili
Fra i lusingati prandi inebrierò.
Prego: de serti lirici
Se me la patria Serra
Degno produsse; e il fremito 35
Del mar tósco, e la terra
Dove in gran solitudine
L ombra di Populonia e il nome sta,
Aspro garzone crebbero
Me tra i fantasmi de l antica età; 40
Prego: a la sacra Italia
Suoni il mio carme, e fiero
Surga ne l ira, vindice
Del romuleo pensiero.
Che se ne campi memori 45
De la clade che ancora ulta non fu
Scenda a pugnar con impeto
D odio maturo l itala virtú,
In me, non nato a molcere
Con serva man la lira, 50
Di tua grand alma un aura,
Possente Alceo, respira;
Allora che su la ferrea
Corda battendo con la man viril
Guatavi altero immobile 55
De l aste il flutto e il vasto impeto ostil.
Rapia la nota eolia
La giovenil coorte,
Che de le spose immemore
Ruinava a la morte. 60
E tu cantavi l isole
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Letteratura italiana Einaudi
Giosue Carducci - Juvenilia
De beati ove il forte Ercol migrò
E dove aspetta Tèseo
Chi la cara a la patria alma versò.
Ma il fior del sangue ellenico 65
A te d intorno ardenti
Co peàna premevano
I tiranni fuggenti;
Poi ne la danza pirrica
Scudo a scudo battendo e piè con piè 70
Incoronâr le patere
Sopra la morte di Mirsilo re.
O sacri tempi! o liberi
Vati correnti in guerra,
Poi tra le danze e i calici 75
Cantanti su la terra
Salvata! Oggi una pallida
Nube di tedio e terra e ciel coprí,
E il carme è voce inutile
E il vate un ombra de gli antichi dí. 80
Dunque posiam. Ma l ozio
Muto non sia né vile;
Sí trascorrendo liberi
Per la stagion servile
Mediteremo i cantici 85
De le memori glorie e del disir,
Come già i padri italici,
Li sdegni e i ferri esercitando, udîr.
Salve, o mia patria! Ed arida
Stia questa lingua viva, 90
Se di te mai dimentico
Son dov io pensi o scriva.
Tuo, santa patria, è l impeto
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Letteratura italiana Einaudi
Giosue Carducci - Juvenilia
Che sale a i carmi da l acceso cor
E l acre tedio e il fulgido 95
Telo de l ira e l elegia d amor.
Folle censore e stupido
Cantor di vecchie fole
Me chiami pure, o Italia,
La tua diversa prole: 100
Adulator di trepidi
Liberti e vili sofi io non sarò.
Che se nel reo servizio
Precipitar co  l vulgo anch io dovrò,
Su  l corpo mio Gliceria 105
Sparga le care chiome
E ne le insonni tenebre
Chiami il mio vuoto nome,
Immaturo compongami
Del fratel generoso entro l avel 110
La madre, ed orbo vagoli
Il padre infermo entro il deserto ostel.
Luglio 1858.
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Giosue Carducci - Juvenilia
LIBRO V
LXIX.
a un poeta di montagna
Nascesti dentro d un secchion da latte,
E a scrivere imparasti in una bótte,
Accordando le rime irte ed astratte
A lo scoppiar de le castagne cotte. 4
A quelle rime strampalate e matte
Sentironsi a bociare asini e bòtte,
Le secchie vomitaron lor ricotte,
E i tegami pugnâr con le pignatte. 8
Allora crocitando un solreutte,
Salisti in Pindo pien di boria il petto;
Ma Febo ti legnò come un Margutte. 11
Tu montato in arcion d un somaretto,
Ti preparavi a le future lutte,
Con un orso scudiero al fianco stretto: 14
E d uno scaldaletto
Difeso, urtasti di tutta baldanza,
Ma il ciuco ti buttò senza creanza, 17
 Per legge d eguaglianza,
Ragliandoti su  l muso a ritornelli,
Bestie non portan bestie; e siam fratelli. 20
1 Agosto 1851.
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LXX.
a un geometra
Dimmi, triangoluzzo mio squadrato,
Che al mondo se de gli animali rari,
Furono prima i ciuchi o i somari?
E quel tuo capo è un circolo o un quadrato? 4
Anco: il cervel, se fior te n è restato,
È isoscelo o scaleno o ha lati pari?
Se tu l ambasciador de calendari,
O un parallelogrammo battezzato? 8
Buona gente, i vi prego che pigliate
Questo bambolon mio ch ha di molt anni
E che  l mettete a nanna e lo cullate. 11
Tenetel chiuso, ch egli è un barbagianni,
E non fa che sciupar vie lastricate,
Mangiar de  l pane e consumar de panni. 14
E quando fuor d affanni
Averà messo il dente del giudizio,
Fate sonare a la ragion l uffizio. 17
O bello sposalizio
Che vogliam fare come piú non s usa,
Accoppiandolo a monna Ipotenusa! 20
E mi dice la Musa
Che di questi rettangoli appaiati
Nasceran di be circoli quadrati. 23
20 Novembre 1852.
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LXXI.
a un filosofo
Se sant Antonio vi mantenga sano
E vi rischiari l antropologia
Né spengan le zanzare il lume a mano
Che vi diè il Pestalozza in cortesia, 4
Seguite adagio adagio e piano piano,
Caro Mirtillo mio, per questa via:
Ché l individualismo è luterano
E il volere esser noi pedanteria. 8
Voi sbancate i copisti e gli scrivani,
Voi vendete il sistema a bariglioni,
Con la modestia pia de ciarlatani. 11
Venitela a vedere, o berrettoni,
L opera bella de le vostre mani
Fatta ad imagin de ..... 14
Oh i leggiadri sermoni!
Oh la filosofia vaghetta e pura
Che larga a un tempo e stretta è di natura! 17
Se la mano vi dura
E se Dio vi mantien sane le dita,
Mirtillo mio, farem buona riuscita. 20
Siete una calamita
Che v attirate i pezzi badïali,
Come faceva Orfeo de gli animali. 23
Pria che la ruota cali,
Pigliate i raggi, e con novel vigore
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Giosue Carducci - Juvenilia
Scappateci ad un tratto professore. 26
Ché noi v amiam di cuore,
E, pur che vi leviate quattro passi, [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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