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che per quanto il silenzio loro dovesse dare alterigia e
baldanza di vittoriosi ai nuovi settari, non hanno stimato
che questi potessero guadagnare contro di loro altra vit-
toria che di condurgli a metter mano alle armi.
Ma per recare in poco quello che fin qui s è disputato
largamente, abbiamo veduto come s ingannino coloro i
quali negando che le illusioni poetiche antiche possano
stare colla scienza presente, non pare che avvertano che
il poeta già da tempi remotissimi non inganna l intellet-
to, ma solamente la immaginazione degli uomini; la qua-
le potendo egli anche oggidì, mantenuta l osservanza del
verisimile e gli altri dovuti rispetti, ingannare nel modo
che vuole, dee scegliere le illusioni meglio conducenti al
diletto derivato dalla imitazione della natura, ch è il fine
della poesia; di maniera che non essendo la natura cam-
biata da quella ch era anticamente, anzi non potendo va-
riare, seguita che la poesia la quale è imitatrice della na-
tura, sia parimente invariabile, e non si possa la poesia
nostra ne suoi caratteri principali differenziare dall an-
tica, atteso eziandio sommamente che la natura, come
non è variata, così né anche ha perduto quella immensa
e divina facoltà di dilettare chiunque la contempli da
spettatore naturale, cioè primitivo, nel quale stato ci ri-
torna il poeta artefice d illusioni; e che in questo medesi-
mo stato nostro è manifestissimo e potentissimo in noi il
desiderio di questi diletti e la inclinazione alle cose pri-
mitive: né la poesia ci può recare altri diletti così veri né
puri né sodi né grandi, e se qualche diletto è partorito
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Letteratura italiana Einaudi
Giacomo Leopardi - Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica
anche dalla poesia romantica, s è veduto da quali cagio-
ni proceda singolarmente, e come questi diletti sieno
miseri e vani appresso quelli che recano o possono reca-
re i poeti nostri, e come impropri della poesia.
Ora da tutto questo e dalle altre cose che si son dette,
agevolmente si comprende che la poesia dovette essere
agli antichi oltremisura più facile e spontanea che non
può essere presentemente a nessuno, e che a tempi no-
stri per imitare poetando la natura vergine e primitiva, e
parlare il linguaggio della natura (lo dirò con dolore del-
la condizione nostra, con disprezzo delle risa dei roman-
tici) è pressoché necessario lo studio lungo e profondo
de poeti antichi. Imperocché non basta ora al poeta che
sappia imitar la natura; bisogna che la sappia trovare,
non solamente aguzzando gli occhi per iscorgere quello
che mentre abbiamo tuttora presente, non sogliamo ve-
dere, impediti dall uso, la quale è stata sempre necessa-
rissima opera del poeta, ma rimovendo gli oggetti che la
occultano, e scoprendola, e diseppellendo e spostando e
nettando dalla mota dell incivilimento e della corruzio-
ne umana quei celesti esemplari che si assume di ritrar-
re. A noi l immaginazione è liberata dalla tirannia
dell intelletto, sgombrata dalle idee nemiche alle natura-
li, rimessa nello stato primitivo o in tale che non sia mol-
to discosto dal primitivo, rifatta capace dei diletti sopru-
mani della natura, dal poeta; al poeta da chi sarà? o da
che cosa? Dalla natura? Certamente, in grosso, ma non
a parte a parte, né da principio; vale a dire appena mi si
lascia credere che in questi tempi altri possa cogliere il
linguaggio della natura, e diventare vero poeta senza il
sussidio di coloro che vedendo tutto il dì la natura sco-
pertamente e udendola parlare, non ebbero per esser
poeti, bisogno di sussidio. Ma noi cogli orecchi così pie-
ni d altre favelle, adombrate inviluppate nascoste op-
presse soffocate tante parti della natura, spettatori e par-
tecipi di costumi lontanissimi o contrari ai naturali, in
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Letteratura italiana Einaudi
Giacomo Leopardi - Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica
mezzo a tanta snaturatezza e così radicata non solamen-
te in altri ma in noi medesimi, vedendo sentendo parlan-
do operando tutto giorno cose non naturali, come, se
non mediante l uso e la familiarità degli antichi, ripiglie-
remo per rispetto alla poesia la maniera naturale di fa-
vellare, rivedremo quelle parti della natura che a noi so-
no nascoste, agli antichi non furono, ci svezzeremo di
tante consuetudini, ci scorderemo di tante cose, ne im-
pareremo o ci ricorderemo o ci riavvezzeremo a tante al-
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